Storia
Il territorio di Cadoneghe, inserito nella centuriazione romana con il Brenta a sud quale confine, era soggetto alle alluvioni provocate dal fiume. La sicurezza e il benessere degli abitanti erano quindi particolarmente legati alla tutela di argini e suolo, ma con la decadenza dell’impero romano e le sue conseguenze, gli insediamenti vennero man mano abbandonati; solo dopo il Mille le campagne tornarono a popolarsi per merito delle nuove opere di bonifica, arginatura dei corsi d’acqua, disboscamento, sistemazione delle strade.
Nella zona di Bagnoli (toponimo che indica presenza di acque) si formò un primo nucleo abitato, sorsero la chiesa che fu anche parrocchia, con il monastero femminile di Santo Stefano, (sembra protetto e beneficiato dai Carraresi), l’oratorio di san Rocco. La chiesa fu demolita nel 1856 e degli antichi, sacri edifici rimangono pochissime tracce.
-Cadonice- ossia Cadoneghe, è nominata nello statuto del Comune di Padova del 1234 e la sua chiesa, dedicata a sant’Andrea, venne costruita probabilmente nella prima metà del secolo seguente; la troviamo descritta nella visita pastorale del 1572: aveva quattro altari, il maggiore situato in una absidiola su cui si alzava il campanile con due campane. Fu radicalmente restaurata (i lavori terminarono nel 1752), grazie alla generosità di benefattori veneziani tra i quali erano i Mocenigo. E’ ricca di pregevoli opere d’arte: la più antica e interessante è un trittico ligneo su fondo oro del 1375, opera del Catarino: Cristo Crocifisso con al lati Maria e Giovanni; vi sono una pala di Sant’Antonio attribuita al veronese Cignaroli (1706-1770) e quattro belle tele di Santi d’autore ignoto; l’altare marmoreo è opera del Danieletti e questo lavoro fu causa di una vertenza giudiziaria durata anni per l’altissimo compenso preteso dallo scultore. Degno di nota è l’organo della fine del ‘600.
Bragni era costituito da un gruppo di quattordici case un tempo sottoposte a Vigodarzere, annesse a Cadoneghe dopo l’unità d’Italia. La frazione ha iniziato il suo sviluppo dagli anni Cinquanta. Il titolare della chiesa di Meianiga è S.Antonino d’Apamea, un giovane cristiano martirizzato in Siria; sembra che il sacro edificio esistesse già nel 1205, nel corso dei secoli fu più volte ristrutturato, come registrato nelle relazioni delle periodiche visite pastorali. All’inizio di questo secolo venne considerato angusto e si diede inizio alla costruzione di una nuova chiesa, su disegno del parroco; è a croce latina con tre navate, consacrata nel 1923 è stata completata con il campanile nel 1956.
Il rapido sviluppo della zona Castagnara, così detta dalla presenza di un bosco di castagni, verificatosi dopo la seconda guerra mondiale, impose la creazione di una nuova parrocchia per l’assistenza religiosa. La comunità ebbe sistemazione provvisoria in un grande magazzino della villa Lazara, proprietà dei Frati Conventuali del Santo, fino a che, nel 1972, il modernissimo edificio intitolato a S.Bonaventura venne completato.
Pur dopo tante distruzioni, nel Comune di Cadoneghe si trovano vari edifici di interesse storico-artistico, molti dei quali sono bisognosi di interventi di recupero. La rinascimentale Villa Mocenigo, ora Riello, conserva i pavimenti alla veneziana originali e parte delle decorazioni che ornavano le sale; da ricordare anche Villa Ghedini, Villa Da Ponte sulla via omonima ai confini con Campodarsego, dalla grandiosa sala da ballo affrescata dal Croatto e recentemente restituita all’antico splendore grazie a un sapiente restauro, Villa Augusta a Bagnoli, in origine monastero dei Padri di San Rocco della Giudecca di Venezia, trasformato nel Settecento.